IL PROGETTO IN BREVE
IL PROGETTO IN BREVE
Il progetto CASA intende contribuire al rafforzamento del comparto produttivo operante nel settore dei materiali per l’edilizia, nella direzione del recupero e valorizzazione dei rifiuti, nello spirito dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile. In particolare, CASA intende sviluppare materiali cementizi “green” che incorporano scarti provenienti da diverse filiere produttive della Regione, quali il settore delle pavimentazioni sportive (fibre sintetiche), dell’industria ceramica (scarti di materiale cotto), delle costruzioni (Gasbeton), della produzione agricola (letame bovino, lolla di riso) e di energia (biochar). CASA coniuga la grande richiesta di materiali da costruzione con la necessità di valorizzare rifiuti tecnologicamente poveri oggi spesso diretti in discarica. Il progetto si colloca pienamente nel recente contesto normativo dei Criteri Ambientali Minimi e favorisce una svolta nella concezione e produzione dei materiali per edilizia, nella direzione della riduzione degli impatti ambientali, della sostenibilità e del riutilizzo.
CASA si prefigge di studiare le potenzialità tecnologiche e industriali associate al recupero degli scarti di processo/prodotto all’interno di materiali da costruzione, con l’obiettivo di potenziare la circolarità nella gestione degli scarti, tenendo conto degli impatti ambientali, sociali, della fattibilità tecnica e praticabilità economica, ridurre il consumo di materie prime vergini ed emissioni di CO2, prevendendo la possibilità di utilizzo di rifiuti per la produzione di fibre o come sostituti di aggregati/cemento nel calcestruzzo,
sensibilizzare alla responsabilità estesa del produttore riguardo il sistema di gestione dei rifiuti, sviluppando processi di transizione verso sistemi più sostenibili. contribuire al raggiungimento degli SDGs 9, 11, 12, 13 dell’Agenda 2030.
Il progetto CASA prevede:
– il processamento di rifiuti reperibili da filiere regionali (biochar, lolla di riso, letame bovino, Gasbeton, scarti ceramici, fibre e aggregati plastici provenienti da campi sportivi a fine vita) per renderli idonei all’inserimento nel calcestruzzo come filler, aggregati o fibre;
– la produzione di fibre sintetiche ad alto valore aggiunto derivanti da scarti plastici/biochar e lo sviluppo di trattamenti di coating ingegnerizzati con micro-particelle per una migliore adesione al calcestruzzo;
– la formulazione di mix-design per il calcestruzzo contenenti diverse percentuali di scarti riciclati inseriti come filler, in sostituzione degli inerti naturali o del cemento oppure come fibre;
– l’indagine delle proprietà chimico-fisiche, termiche, acustiche e meccaniche, di resistenza agli agenti aggressivi, alla carbonatazione e di protezione delle armature metalliche, per evidenziare il valore tecnologico residuo del rifiuto e garantire la durabilità e la conformità del materiale alle normative vigenti per classe di prodotto;
– la valutazione economico-ambientale attraverso studi di LCA per definire la migliore opzione di riutilizzo dello scarto in un nuovo materiale, ivi compresa la fattibilità tecnica delle diverse fasi produttive fino alla sperimentazione su prototipi;
– la disseminazione dei risultati raggiunti in contesti tecnici e sociali, così da contribuire a sviluppare un interesse crescente verso i materiali innovativi ed ecosostenibili.
I risultati attesi sono:
immettere nel mercato nuovi prodotti competitivi, capaci di coniugare il riutilizzo degli scarti provenienti dalla produzione delle industrie coinvolte con il miglioramento delle prestazioni del calcestruzzo e il soddisfacimento dei CAM, dimostrandone la fattibilità industriale e accrescendo la competitività delle imprese e del sistema produttivo;
quantificare i vantaggi (e svantaggi) tecnologici dei prodotti sviluppati rispetto al materiale tradizionale allo scopo di definirne i campi di applicazione e la convenienza economica;
sviluppare una sensibilità diffusa sui vantaggi ambientali insiti in un’economia fondata sul ciclo di vita dei prodotti e la sostenibilità ecologica.
Il settore dell’edilizia, all’interno del quale si colloca il progetto CASA, gioca un ruolo chiave per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Agenda 2030, essendo esso responsabile per circa il 12% del prelievo di acqua dolce, per il 40% dell’uso di materiali ed energia e del 7-8% delle emissioni di CO2 in atmosfera. Questo trend è in continuo aumento a livello mondiale, se si pensa che l’ONU stima che la popolazione delle aree urbane toccherà i 6.5 miliardi entro il 2050. Ragionando sulla sostenibilità dell’intero ciclo di vita dell’edificio, emerge pertanto l’importanza di ridurre l’impatto ambientale fin dal principio, ovvero a partire dalla produzione dei materiali da costruzione. CASA, promuovendo il riciclo di materiali non pericolosi e provenienti da attività legate al territorio nei materiali da costruzione, si fa promotore di questa transizione ecologica, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi sostenibili legati ai Goals 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture), 11 (Città e comunità sostenibili), 12 (Consumo e produzione responsabili) e 13 (Lotta contro il cambiamento climatico) dell’Agenda 2030, e al raggiungimento della missione 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica) del PNRR.
I materiali sviluppati da CASA permetteranno di aumentare il tasso di riciclo, diminuire il consumo di materie prime non rinnovabili ed il conseguente danno ambientale legato all’escavazione mineraria e di ridurre le emissioni di CO2 legate all’uso del cemento. Inoltre, CASA promuove l’uso del biochar, che è un materiale a emissioni negative per la sua capacità di catturare CO2, con conseguente sequestro di carbonio a lungo termine negli edifici, contribuendo al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.
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